lunedì 5 dicembre 2016

Realtà virtuale nella riabilitazione motoria e cognitiva

Sono state infatti ormai ben documentate evidenze scientifiche circa la possibilità di attivare, mediante sedute terapeutiche con realtà virtuale, le stesse aree cerebrali attivate in corso di esercizio in contesti reali, l'apparecchiatura viene utilizzata per il recupero di abilità motorie compromesse in seguito a danno cerebrale, 
Ma cosa intendiamo in questo caso per realtà virtuale? Una simulazione mediata da computer che offre la possibilità di vedere, sentire, interagire con un ambiente artificiale. 
L’esperienza post-lesionale del paziente è in grado di indurre un certo grado di ri-arrangiamento funzionale della corteccia motoria e delle reti neuronali danneggiate dall’evento patologico.
Le aree applicative della realtà virtuale in riabilitazione sono: ortopedica e neuromotoria, delle competenze visuo-spaziali, delle attività complesse di vita quotidiana, riabilitazione cognitiva. 


In particolare, per quanto riguarda la riabilitazione per il recupero funzionale delle abilità nei pazienti affetti da disturbi cognitivi, disturbi motori o disturbi psicologici, la Telepresenza Immersiva Virtuale (TIV) si è dimostrata molto utile. Questa si basa sull'esecuzione di attività dall'interno di un dispostivo immersivo (CAVE) che simula situazione e contesti reali.

Nel CAVE vengono riprodotti su tre schermi e sul pavimento ambienti domestici ed esterni generati dal computer e con i quali il paziente può interagire utilizzando un joystick. Il paziente indossa dei particolari occhiali simili a quelli utilizzati per la visione tridimensionale (3D) al cinema o alla televisione e gli vengono inoltre applicati sensori di posizione che rilevano i suoi movimenti per trasmetterli al computer.
Tale approccio consente al paziente di sperimentarsi con successo negli esercizi e sviluppare gradi crescenti di autonomia, ulteriormente supportati dalla costante supervisione del terapeuta.La metodica utilizzata dai nostri terapeuti ha riscontri nella letteratura scientifica internazionale e si avvale di esperti di chiara fama nel campo.
 




La realtà virtuale consente, tramite sensori applicati a parti del corpo, di visualizzare sullo schermo un semplice movimento compiuto dal paziente come un gesto finalizzato a prendere o spostare un oggetto (ad esempio immettere la palla in un cestino). Si tratta di uno strumento di “gioco” che, grazie a feedback visivi ed uditivi immediati, permette di migliorare il controllo del movimento con un ritorno preciso della correttezza o meno dell’esercizio.

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