giovedì 8 dicembre 2016

Investigazioni digitali nel DeepWeb

La peculiarità del deep web è l’elevato livello di anonimato favorito dall’utilizzo di particolari tecnologie, come Tor. Da una parte Tor garantisce un livello di anonimato che consente di trasferire in alta sicurezza i dati oppure di superare condizioni di censura presenti in alcuni paesi, dall’altra parte rappresenta il mezzo ideale per attività criminali. L’analisi forense dei client nei quali è stato installato “Tor Browser Bundle”, può aprire scenari investigativi interessanti, che smentiscono alcune certezze di anonimato garantite dai manutentori dello stesso progetto.

Ma che cos'è il Deep Web? Questo utile articolo di CNBC.com può fare chiarezza sull'argomento: http://www.cnbc.com/2015/06/23/from-drugs-to-killers-exploring-the-deep-web.html


Come possibili leggere dal sopracitato articolo, il Deep Web è una vera e propria miniera d'oro per quando concerne l'illegalità. Fortunatamente, grandi passi in avanti sono stati fatti per quanto riguarda l'investigazione informatica, anche nel nostro paese. Sono stati proprio questi passi avanti che hanno permesso di portare a termine l'operazione " Sleeping Dogs" , condotta dalla Divisione Servizio di Polizia Postale di Roma, che ha portato alla identificazione di 15 soggetti coinvolti nella divulgazione e produzione di materiale pedopornografico e all'arresto di 10 di esse.


Carlo Solimente, primo dirigente della Divisione Polizia Postale della Capitale, ha commentato: "Un risultato importante nel percorso di costante aggiornamento e adeguamento delle tecniche investigative alle nuove frontiere della criminalità, che oggi possono servirsi di complessi sistemi di anonimizzazione della navigazione, primo fra tutti le reti Tor” fa sapere la Polizia postale, che per l’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Maria Monteleone e dal sostituto procuratore Eugenio Albamonte, si è avvalsa della collaborazione internazionale, in particolare dell’Fbi.

“I soggetti individuati si erano spostati dalla ‘rete in chiaro’ a quella ‘in scuro’ proprio per sentirsi più protetti” sottolinea la coordinatrice del Cncpo, Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia On-line, Elvira D’Amato, che chiarisce come “proprio per questa ragione spesso i pedofili del ‘dark net’ non sono solo ‘consumatori’ di materiale pedopornografico, ma lo producono anche”.

“Abbiamo preferito condurre l’indagine sottocopertura raccogliendo anche la sfida delle nuove tecnologie” aggiunge D’amato, che precisa come “il Centro nazionale di contrasto alla pedofilia online sia anche costantemente impegnato nel campo delle indagini scientifiche“.

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