giovedì 8 dicembre 2016

La vita digitale nei bambini

È evidente che la tecnologia, nel terzo millennio, sia accessibile a tutti gli individui di qualsiasi età: anche i più piccoli ne sono completamente affascinati. In particolare, tra i bambini spopolano i dispositivi “touch-screen” grazie alla loro facilità d’uso. Per utilizzarli, infatti, non serve saper leggere o scrivere, ma basta muovere le dita e lo smartphone o il tablet rispondono. 
Da una ricerca della società americana “Common Sense Media”, è emerso che nel 2011 il 40% dei bimbi di 2 anni utilizzava quotidianamente uno strumento touch. Secondo lo psicologo americano Prensky, grazie alla plasticità del cervello infantile e alla capacità di apprendere velocemente, i “baby nativi digitali” sono trasformati strutturalmente dai nuovi media, sia per quanto riguarda la sfera comportamentale, che quella cognitiva. 
Tuttavia, è bene offrire una navigazione sicura e i genitori che hanno figli piccoli già alle prese con i new media devono fissare delle semplici regole per l’utilizzo: molto importante è preparare il bambino al distacco dal mezzo tecnologico, diminuendone l’impatto emotivo. Inoltre, devono essere posti dei limiti di tempo: a tale scopo, si può usare un timer che segni la fine del gioco, a prescindere dall’intervento di un adulto. 
L’American Academy of Pediatrics (AAP) ha, però, rivisto le precedenti indicazioni ritenute poco convincenti, sostenendo una nuova linea di pensiero, secondo cui non conta tanto il tempo quanto la qualità di quello che i bambini fanno davanti a uno schermo. Per questo motivo, i genitori devono dare un buon esempio e favorire un uso corretto delle tecnologie, che presentano dei rischi ma offrono anche numerose opportunità.

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